“Questo risultato – argomenta il manager – arriva dopo i forti dati sull’inflazione, che il mese scorso hanno mostrato un’accelerazione dell’Indice nazionale dei prezzi al consumo core al 5,6%, anche se il dato principale ha mostrato un modesto calo su base annua. Guardando ai dati, gli aumenti dei prezzi dell’energia si stanno attenuando, ma sia l’inflazione alimentare che quella core rimangono (troppo) forti. Più nel concreto, i prezzi core dei beni di consumo sono aumentati dello 0,8% mese su mese, mentre l’equivalente dei servizi è cresciuto dello 0,6%”.
Per quanto riguarda la BCE, “un tasso finale del 4% è possibile, anche se, nel medio periodo, continuiamo ad avere una visione più moderata. In primo luogo, ricordiamo che a partire da marzo, importanti effetti base porteranno a numeri dell’Indice nazionale dei prezzi al consumo più bassi”.
“Inoltre – conclude Jung – prevediamo un rallentamento dell’economia entro la fine dell’anno e continuiamo a prevedere una lieve recessione negli Stati Uniti. Inoltre, vediamo che gli indicatori generali, compresa la fiducia dei consumatori, rimangono a livelli bassi”.
— Leggi su www.advisoronline.it/asset-manager/gestori-e-mercati-finanziari/69302-bce-i-rialzi-del-2023-non-finiranno-a-marzo1.action